Per sempre

« Older   Newer »
  Share  
.:$ugar:.
view post Posted on 29/10/2008, 18:07




Ecco qui la prima ff in assoluto che ho scritto (vabbè che ne ho scritte solo 2... Comunque... xD), spero piaccia almeno a qualcuno, non è niente di particolare, è semplice ed abbastanza scorrevole da leggere, dato che non tratta argomenti poi tanto aomplicati, anzi...
Almeno mi senbra! xD

Commentate se vi va, basini!

PER SEMPRE




Titolo: Per sempre
Autore: .:$ugar:.
Rating: Nc17
Genere: Fluff
Riassunto: Amy è una normalissima ragazza di 18 anni con i piccoli “problemi” tipici della sua età, vive una vita tranquilla, finché non va ad un concerto dei Tokio Hotel e tutto nella sua vita cambia…


CAPITOLO 1.

Era mattina. Il sole ormai alto filtrava dalle tende, illuminando la camera di Amy con una fioca luce mattutina, che scendeva sulla stanza mostrandone il suo contenuto. Su una scrivania giacevano libri di scuola abbandonati uno sull’altro. Qua e là, qualche matita colorata. A terra erano sparsi in modo piuttosto disordinato un gran numero di vestiti, su cui era accucciato una bella cagnolina color nocciola con due lunghe orecchie. Vicino la scrivania, un calendario con quattro ragazzi era al mese di Giugno. Il 22 era segnato con un evidenziatore giallo, ed era circondato da mille stelle e cuoricini. Poco distante dalla porta-finestra, Amy dormiva tranquilla nel suo letto, abbracciando un cuscino con sopra la faccia di un ragazzo dai capelli lunghi e neri, sparati in cielo. Si era addormentata così, fissando sognante quel pezzo di stoffa imbottito, che lei considerava stupendo. A volte ci parlava anche, lo baciava, qualche volta l’aveva anche usato per asciugare tutte le lacrime che le aveva fatto versare il suo ragazzo, altre invece non faceva altro che guardarlo, e fare sogni proibiti.
-“Ehi, ti è arrivato un messaggio… Ciao!”-
Amy sussultò. Aveva lasciato il cellulare acceso. Vi guardò l’ora. Erano le otto e qualche minuto.
-Ma chi diavolo è che mi manda messaggi a quest’ora… E’ sabato… Ma si può…-
Aprì il cellulare stropicciandosi gli occhi. Eric. Lo richiuse. Meno che mai aveva voglia di parlare con il suo ragazzo. Si lasciò cadere sul letto. Sbuffò. Una lacrima le scese dagli occhi bagnando le lenzuola. Si asciugò il viso velocemente. Non ce la faceva più ad andare avanti così. Si era stufata di quel rapporto fatto solo di “ti voglio bene ma ho bisogno di tempo”, “scusa se ti amo ma non ti merito”,”devo essere libero di vedere anche altre persone”…Tutte scuse di cui lei no sapeva più che farsene. Se Eric le avesse voluto bene, veramente bene, non sarebbe stata così la loro relazione. Troppe volte l’aveva beccato con altre ragazze e poi come una scema si era fatta ingannare da quei suoi occhini azzurri e lo aveva perdonato. Troppe volte aveva pianto, e a consolarla non era stato il suo ragazzo, che avrebbe dovuto amarla, ma il cuscino con la faccia del suo cantante preferito. Doveva dimenticarlo, non poteva fare altrimenti. Sarebbe stato difficile, lo sapeva, però quella era l’unica soluzione a….
Tutt’a un tratto una canzone dei Tokio Hotel cominciò ad echeggiare per la stanza di Amy. Era il suo cellulare che squillava, sempre più forte. Rispose in tutta fretta. I suoi avranno anche avuto un sonno pesante, ma suo fratello...
-Pronto?-
-Perché non hai risposto al messaggio?-
Era Eric. Amy rimase un attimo in silenzio. Non l’aveva neanche letto, quel messaggio…
-Ecco, io…-
-Non l’hai nemmeno letto, vero?-
Ecco un’altra cosa che odiava di lui. Era impossibile mentirgli o cercare scappatoie. Non sapeva come, ma riusciva sempre a capirlo.
-Allora?-
Il suo tono di voce era calmo. Ma Amy lo conosceva da anni ormai. E aveva capito benissimo che riusciva a stento a trattenere la rabbia che gli ribolliva dentro. In certi momenti le faceva addirittura paura… Con un grande sforzo, e cercando anche lei di mantenere la calma per non svegliare nessuno, si decise a rispondergli.
-Eric, ascolta, te l’ho già detto l’altro giorno che è finita, e sai anche perché. No di certo per colpa mia.-
-Amy, te l’ho detto, Giorgia per me non significa assolutamente niente! Io voglio stare con te, lo sai, e anche tu lo vuoi… E poi, è stata lei a baciarmi!-
-Ma te mi pare che ci sei stato!- Sentiva che il suo tono di voce si stava alzando. Aveva già gli occhi lucidi…
-Non è così! E poi scusa, ma che avrei dovuto fare? Mi si è buttata addosso, e io non sapevo cosa…-
-Avresti potuto dirle che non ti interessava e che avevi già una ragazza, tanto per cominciare!-
-Sì, come se non lo sapesse che tu sei…-
-Che ero, vorrai dire!- Ci fu un attimo di silenzio, che ad Amy sembrò eterno. Poi Eric si decise a parlare.
-Ascoltami, Amy… non mi va di parlare così, di certe cose per telefono. Facciamo così: perché oggi non ci vediamo al bar davanti ai giardinetti? Così ci possiamo prendere tutto il tempo che vogliamo e magari farci anche un bel giro nel parco.- Un attimo di silenzio
-Come quando ci siamo dati il nostro primo bacio, ricordi?-
Certo che lo ricordava. Come avrebbe potuto dimenticarlo? Era stato due anni prima, in quel parco. Pioveva, loro si erano rannicchiati sotto l’ombrello di Eric e stavano così stretti e vicini… Scacciò subito tutti quei ricordi che non servivano ad altro che a farle versare più lacrime.
-Ehi, piccola, ci sei?-
Aveva assunto quel tono allo stesso tempo dolce e quasi supplichevole a cui lei non sapeva mai dire di no. Cercò di non piangere, ma proprio non ci riusciva…
-Senti, allora ci vediamo lì alle quattro, ok?- Esordì lui.
Amy indugiò un momento. Poi si decise a rispondere, riuscendo a stento a trattenere le lacrime.
-S-Sì, v-va bene, ok,c-ci vediamo lì allora. Beh,ciao.- Non riuscì a dire altro e senza una parola di più attaccò il telefono.

Mamma mia quant'è corto...
Vabbè allora metto anche il secondo...
(pensavo fosse più lungo... O__O)



CAPITOLO 2.

-Mamma, scusa, non è che sapresti dirmi dov’è la maglietta rosa? Non la trovo da nessuna…-
-Per forza non la trovi, l’ho messa a lavare ieri mattina!-
-Ah, va bene, allora me ne metto un’altra, grazie comunque.-
-Ehi, tutto apposto?-
-Sì, sì…non preoccuparti…è tutto…perfetto, sul serio…-
-Ok…-
Amy si chiuse in camera. Aveva addosso solo l’accappatoio, e si era appena asciugata i capelli. Andò verso l’armadio ed aprì le ante, per vedere un po’ cosa mettersi. Erano le tre e mezzo. Era meglio se si sbrigava se voleva arrivare al bar per le quattro. Prese un paio di jeans scuri con le zip ed una maglietta a maniche corte verde smeraldo.
Sua madre non sapeva che lei ed Eric si erano lasciati pochi giorni prima. Non era proprio riuscita a dirglielo. Un po’ temeva di mettersi a piangere davanti a lei come una scema, un po’ aveva come il presentimento che sua madre le avrebbe risposto con il solito “te l’avevo detto”. Per non parlare di suo fratello, poi. Quattordici anni di idiozia allo stato puro. In quanto a suo padre… beh, non era certo tipo da storie del genere… L’unica che forse l’avrebbe capita era la sua migliore amica Sandy, ma dato che era già partita per le vacanze estive…
Amy si guardò allo specchio. Si pettinò lentamente, accarezzandosi i capelli. Ripensò a quando Eric le passava le dita fra le ciocche castane sussurrandole frasi dolci, baciandola. Le scese una lacrima giù per la guancia, facendole colare il rimmel che si era appena passata con cura. Prese un batuffolo di cotone per pulirsi il viso, e ripassò il rimmel aggiungendo anche un po’ di eyeliner. Finì di truccarsi e guardò distrattamente l’orologio. Erano le quattro meno venti. Salutò i suoi ed uscì con una borsetta in spalla. Solo quando si fu chiusa la porta alle spalle si accorse che era proprio quella che le aveva regalato Eric per San Valentino, qualche mese prima. Scese le scale e si diresse verso il bar. Arrivata, si sedette ad un tavolino fuori. Erano quasi le quattro. Si mise comoda e cominciò a guardarsi intorno, cercando di riuscire a vederlo arrivare, ma niente. Guardò l’ora. Erano le quattro e un quarto. Si alzò.
-Ma come ho fatto ad essere così stupida…- Disse tre sé e sé.
Fece per andarsene, ma si sentì prendere per il braccio.
-Ehi, già te ne vai?-
Eric era appena arrivato. Quel giorno se possibile era ancora più bello. Aveva i capelli bruni spettinati, e si era vestito in modo tale che i suoi occhi azzurri si notassero ancora di più. Si sedette al tavolino da cui Amy si era appena alzata. Lei si sedette a sua volte davanti a lui. Eric allungò la mano verso quella di Amy nel tentativo di stringerla, ma lei la ritirò in fretta sotto il tavolo non appena lui la sfiorò. Abbassò lo sguardo. Non doveva e non voleva rendere le cose ancora più difficili di quanto già non fossero. Tra i due calò il silenzio. Amy non sapeva cosa dire, ed Eric aveva paura che qualsiasi cosa dicesse potesse essere quella sbagliata.
-Volete ordinare qualcosa, ragazzi?-
La cameriera aveva finalmente interrotto quell’interminabile silenzio. Eric ne sembrò enormemente sollevato, e le rispose subito sorridendole allegramente.
-Sì, grazie. Tu cosa vuoi prendere, piccola?-
Amy gli lanciò uno sguardo glaciale. Non voleva proprio capirlo che tra loro non c’era più niente, e che erano finiti i giorni in cui lei accettava che la chiamasse “piccola” davanti a tutti senza problemi. Il sorriso svanì tanto velocemente quanto era venuto dal viso di Eric.
-Beh, sì, forse ordineremo tra un po’, dobbiamo ancora decidere.- Disse imbarazzato.
-Ok….come volete voi…- Disse un po’ sorpresa la cameriera, dirigendosi verso due ragazzi seduti poco distanti da loro. Amy si accorse che uno dei due le stava sorridendo. Ricambiò il sorriso. Si rese conto del piacere che si provava ad essere notata da un ragazzo, specie se carino come quello. Era un piacere che ormai non provava più da tempo, con quel continuo tira e molla con Eric. E questo non era più disposta ad accettarlo. Aveva diciassette anni, e tutto il diritto di divertirsi senza rovinarsi l’esistenza per colpa di quel bell’imbusto.
Eric si accorse di quello scambio di sguardi, perché subito riprese il discorso che avevano cominciato quella mattina al telefono.
-Senti, riguardo a ciò che è successo con Giorgia…-
Ma Amy non era più disposta ad ascoltare i suoi inutili discorsi. Non sapeva neanche perché era andata a quell’appuntamento. Si alzò per la seconda volta da quando era arrivata in quel bar, sperando con tutta sé sessa di non essere costretta a risedersi.
-Eric, adesso basta. Basta. Io non ce la faccio più, io… ho bisogno di un ragazzo di cui possa fidarmi tranquillamente. Pensavo…speravo, potessi essere tu, ma è ovvio che non è così.-
-Ma ti ho già detto che per me Giorgia non è…-
-Eric il punto non è Giorgia! Il punto sei te! Non riesci a stare con me senza sentire il bisogno di sbaciucchiare qualche altra ragazza. Beh, allora sai cosa ti dico? Fai pure…Ma non mettermi più in mezzo per favore.-
Amy girò sui tacchi e cominciò a dirigersi verso casa. Ma capì che non si era sfogata del tutto, e che se voleva sentirsi veramente bene doveva tirare fuori tutto e dirglielo in faccia, una volta per tutte. Si voltò nuovamente verso il bar, ma Eric se n’era già andato.
Si girò e se lo trovò davanti. Le mise una mano tra i capelli.
-Eric, ma cosa…-
Non riuscì a finire la frase che le calde labbra di Eric già erano entrate a contatto con le sue.
“Amy non ti muovere, stai ferma, tieni a freno quella lingua, proprio adesso che stavi riuscendo a dimenticarlo…” Pensò disperatamente.
Ma lui continuava a spingere con la lingua sulla sua bocca, e lei ci ricascò di nuovo. Si lasciò baciare, e si arrabbiò ancora di più con sé stessa perché si accorse che provava ancora piacere ad essere baciata da quelle labbra dolcissime. Mise le braccia attorno al collo di Eric, e lui passò il suo braccio libero attorno alla sua schiena.
Dopo un po’ si staccarono. Amy lo abbracciò forte.
-Non farlo mai più…- Gli disse Amy tre le lacrime.
Eric le baciò i capelli.
-Amy, ti giuro che non succederà più, te lo prometto. Te per me sei l’unica che conti davvero qualcosa.-
Amy si sentiva una stupida, eppure sarebbe potuta rimanere in quella posizione per sempre. Così, tra le braccia di Eric che le baciava i capelli.


 
Top
Fee1702
view post Posted on 29/10/2008, 20:31




Brava, mi piacciono molto le descrizioni che fai... Soprattutto quella della stanza!
Sono proprio curiosa di vedere l'arrivo di Bill!
 
Top
.:$ugar:.
view post Posted on 29/10/2008, 20:42




Danke! ^^
Sono contenta ti sia piaciuta!
 
Top
Fee1702
view post Posted on 29/10/2008, 20:47




Di niente figurati! Per me leggere è un piacere.. sono patita di FF ne ho scritte circa 6!
 
Top
.:$ugar:.
view post Posted on 29/10/2008, 20:50




CITAZIONE (Fee1702 @ 29/10/2008, 20:47)
Di niente figurati! Per me leggere è un piacere.. sono patita di FF ne ho scritte circa 6!

Sì infatti avevo notato che sei una Writer D.O.C.!
Io per adesso ho scritto solo questa ed al momento mi sto cimentando in una twincest...
Speriamo bene! xD
 
Top
Fee1702
view post Posted on 29/10/2008, 20:53




Si sono writer doc ma per favore di Giò, ancora non le ho postate.. ne ho messe solo due. Le altre sono nell'altro forum.
Per quanto riguarda le twincest è difficile che ne legga. A me piacciono le romantiche...
 
Top
.:$ugar:.
view post Posted on 29/10/2008, 21:16




Già, anche a me piacciono le cose dolci.
A volte scrivo delle cose talmente sdolcinate che mi viene il diabete solo a rileggerle... :blink:
 
Top
^^Bella Kaulitz^^
view post Posted on 29/10/2008, 21:58




Che bellina chiaraaaaaaa!!
Mi racomando posta il seguito^^
Sono curiosa^^
Dai che ci diventi una writer anche tu^^

 
Top
.:$ugar:.
view post Posted on 30/10/2008, 12:59




CITAZIONE (^^Bella Kaulitz^^ @ 29/10/2008, 21:58)

Che bellina chiaraaaaaaa!!
Mi racomando posta il seguito^^
Sono curiosa^^
Dai che ci diventi una writer anche tu^^


Grazie Giò... :wub:

Posto il terzo chappy, spero piaccia!

CAPITOLO 3.

Amy ed Eric si stavano dirigendo verso casa della ragazza mano nella mano. Ora che, in un certo senso, tutto era stato chiarito tra i due, erano entrambi più sollevati. Amy sentiva la calda mano di Eric stringere forte la sua. Si domandava se fosse così calda per i 30 gradi che c’erano quel pomeriggio. Stavano camminando nel parco, che era una strada più lunga, ma almeno gli alberi attutivano un po’ i raggi del sole scottante.
Eric si fermò davanti alla fontana in mezzo al parco, guardando la sua immagine riflessa nell’acqua.
-Sai… stavo pensando…- Esordì Eric.
Amy lo guardò. Dalla sua espressione sembrava che stesse per dirle qualcosa di importante.
-Che dici, se mi facessi crescere la frangetta?-
Amy gli rivolse lo sguardo alzando gli occhi al cielo. Eric la guardò serio per qualche secondo, poi scoppiò a ridere.
-Dai, non fare quella faccia, stavo scherzando! E poi, lo so che sono già estremamente bello così come sono! Non ho ragione?-
Amy gli rivolse un sorriso divertito. Aveva assunto quell’espressione ridicola che la faceva sempre morire dal ridere. Gli si avvicinò e gli diede un piccolo bacio sulle labbra.
-Ehi, tutto qui? Non mi merito un bacio un po’ più passionale?-
Amy gli diede uno piccolo schiaffo sulla guancia ridendo insieme a lui.
Ripresero la strada verso casa di Amy tra una chiacchiera e l’altra, parlando del più e del meno. La ragazza si chiese se sarebbe stato meglio non perdonarlo. L’aveva fatta soffrire così tante volte… Ma d’altro canto quando si trovava con lui era contenta, si sentiva bene. Questo non le era mai capitato con nessun altro. Aveva molte amiche con cui confidarsi, certo, ma il punto di vista di un ragazzo è tutta un’altra cosa. Forse anche perché tra un ragazzo ed una ragazza, con il tempo, una semplice amicizia può trasformarsi in qualcosa di molto di più. Del resto, era successo proprio così tra lei ed Eric. Erano rimasti amici per quasi un anno, anche se Amy aveva capito quasi subito di provare qualcosa per Eric. E lo stesso valeva per lui, dato che, tra uno sguardo e un altro, aveva finito col regalarle un dolcissimo bacio sotto la pioggia.
Amy si rese conto solo in quel momento che erano arrivati al portone di casa sua. Salì le scalette.
-Amy…-
-Sì?-
Eric salì a sua volta le scalette e le si avvicinò sorridendo. La strinse forte a sé. Amy si sentì avvampare.
-Grazie. Grazie di tutto. A volte penso di non meritarmela neanche una come te.-
Allentò l’abbraccio e la baciò, ma sempre tenendola ben stretta tra le sue braccia. Poi la lasciò andare e scese le scalette. Arrivato sul marciapiede si voltò a guardare Amy.
-Beh, allora, ti vengo a prendere domani come avevamo deciso, ok?-
Amy lo fissò un attimo, ancora disorientata da tutte quelle attenzioni.
-Domani?-
-Certo, devo accompagnarti al Meet&greet di quegli scemi dei Tokio Hotel, no? E poi dovrò anche sorbirmi il gracchiare di quel finocchio del cantante. Mi stupirei se non mi facessero santo…-
-Ah, ah…. Guarda che non sei per niente simpatico! E poi… ma quante volte dovrò ripeterti che Bill non è gay?-
-Tante, tante, piccola mia, perché non mi stancherò mai di prenderlo in giro!-
-Ma lo sai che sei veramente un cafone?-
-E tu lo sai che quando ti arrabbi diventi ancora più carina?-
Amy lo guardò divertita.
-Piantala scemo! Comunque sappi che domani devi venirmi a prendere alle 2 in punto! Come minimo!- Aggiunse alla sua espressione tra l’esasperato e il disgustato.
-Ma Amy… Il Meet&greet ce l’hai alle cinque e mezza… e ci vuole solo mezz’ora per arrivarci! Che ci stiamo a fare lì tre ore ad aspettare sotto il sole? Senza contare che il concerto comincia alle nove se va bene, quindi ci toccherà stare lì ad aspettare per più di tre ore e….-
Amy gli si avvicinò e gli mise le braccia attorno al collo.
-Senti lo so che tu non li sopporti e che per te è un sacrificio enorme. Ma io ci tengo veramente tanto ad essere lì in tempo…. Ti prego…Vuoi farlo per me?- Gli disse sbattendo le ciglia.
Eric la guardò per qualche secondo, e alla fine cedette.
-D’accordo, ma sappi che non funzionerà all’infinito questo trucchetto…- La guardò per un po’ divertito. -Comunque hai tutta la mia ammirazione. Sei veramente brava a fare la ruffiana.-
Amy scoppiò a ridere. Gli diede un bacio sulla guancia e risalì le scalette. Aprì la porta di casa.
-Allora domani alle due, mi raccomando. E sii puntuale, per una volta!-
-Scherzi? Non potrei mai ritardare, sapendo che devo incontrare dei ragazzi splendidi come i Tokio Hotel!-
Si girò salutandola con la mano e attraversò la strada. Amy lo guardò finché non sparì dalla sua vista, poi entrò in casa.
Salutò o suoi e tentò di fare lo stesso con il fratello, che appena lei si avvicinò si scanzò di botto per evitarsi un bacio sulla guancia.
-Amy…. Quante volte ti dovrò ancora ripetere che io non sono per queste smancerie!-
Amy lo guardò divertita.
-Beh, scusami tanto… Però non mi pare che tu faccia tutte queste storie con le altre ragazze. Mi sembra che ti sia piaciuto baciare quella bella biondina l’altro giorno davanti al bowling… Beh, diciamo che ti è piaciuto anche qualcos’altro, visto dove tenevi le tue belle manine lunghe…-
Brian le si avvicinò con aria minacciosa, almeno secondo lui, dato che Amy, visto il suo metro e ottanta di altezza, non provava la benché minima paura alla vista di un quattordicenne di almeno dieci centimetri più basso di lei che le si avvicinava in quel modo.
-Ti avverto… Non farne parola con la mamma… Quella pensa ancora che io esca la sera per andare a prendere una pizza con i miei amici. Ma, anche se non so come hai fatto, mi sembra che tu abbia capito che preferisco frequentare l’altro sesso.-
-Tu ti senti un po’ troppo uomo per i miei gusti, lo sai?- Gli disse scompigliandogli i capelli, cosa che lo infastidì molto. Poi uscì dalla stanza del fratello per dirigersi nella sua.
Si lasciò cadere sul letto ripensando a tutto ciò che era successo pochi minuti prima con Eric. Era strano, davvero… Quel pomeriggio l’aveva allo stesso tempo odiato ed amato come non mai…
Poi per la seconda volta quel giorno la musica dei Tokio Hotel echeggiò per la stanza di Amy. Prese il cellulare e lesse il nome apparso sullo schermo. Era Sandy. Contenta di risentire la sua migliore amica dopo tanti giorni, rispose con fare allegro.
-Pronto?-
-Hola!
Amy rimase per qualche momento in silenzio.
-Ehm… Sandy, sei tu?-
-No, sono quella della porta accanto… Ma chi vuoi che sia, scusa?!-
-Oh, scusa tanto se sono abituata a sentirti parlare in italiano!-
-Ah, ma quanto siamo pignole!-
-Io sarei pignola?! Ma cosa… Ah, lasciamo stare… Piuttosto dimmi, ti stai divertendo in Messico?-
-Da morire! Mamma mia, non puoi capire quanto sono carini i ragazzi di qui… Accidenti, ne è appena passato uno che…-
-Frena, piccola pazza! Ma non avevi un ragazzo te?-
-Ma chi, Dean? Per favore… Non lo sopportavo più… Voglio dire, è simpatico e tutto il resto ma… Insomma, è troppo geloso! A volte mi faceva diventare matta!-
-Beh, non c’è da stupirsi che fosse geloso, con un tipetto come te! Se vedi due begli addominali accompagnati da un bel sedere tu non ci capisci più niente!-
-Chiamami scema! Comunque ormai è qualche giorno che ci siamo lasciati, perciò ho tutto il diritto di divertirmi un po’, no? E poi scusa… Ma ormai non sei single anche tu? Se vuoi ti do il numero di qualche bel messicano… Mamma mia, guarda quello…-
Amy non le rispose subito. Cosa le avrebbe detto quando avrebbe saputo che lei ed Eric si erano rimessi insieme? Già si immaginava la predica.
-Amy, ci sei?-
-Sì, sì, ci sono, come no…-
-Aspetta un momento… Cos’è questo tono strano? Lo conosco… Lo assumi ogni volta che hai fatto qualcosa che probabilmente mi farebbe arrabbiare…-
-Ma no, cosa dici, non capisco di che cosa tu stia…-
-Oh mio Dio, no… Ti prego, fa che non sia così…-
-Cosa?-
-Ti sei rimessa con Eric, vero?- Disse nella più totale rassegnazione.
Amy non ebbe il coraggio di rispondere.
-Prenderò il tuo silenzio come un sì.-
Silenzio. Ad Amy veniva quasi da ridere per il tono che aveva assunto l’amica. Ma era meglio non farlo, poi chi l’avrebbe sopportata più…
-Allora, quanto ci hai messo stavolta a perdonarlo? Tre giorni? Sarebbe un record…-
-Non sei per niente spiritosa… E comunque ce ne ho messi quattro.-
-Ah, ora sì che mi sento meglio! Amy…ma si può sapere come hai fatto a cascarci un’altra volta?-
-Senti, lo so che qualche volta ha sbagliato, ma…-
-Qualche volta? Qualche volta?!-
-Senti, ma che avrei dovuto fare? Ti giuro, ci siamo visti al bar e io stavo per andarmene, ma quando mi sono alzata mi ha sorpreso da dietro e mi sono ritrovata con le sue labbra sulle mie e… Ci ho provato a resistere, ma lui continuava a spingere con la lingua sulla mia bocca e… Oh Sandy non ce l’ho fatta a respingerlo!-
-Dì un po’, ma la mammina non ti ha insegnato a prendere a schiaffi i ragazzi un po’ troppo insistenti? Dovevi mollargli un bel ceffone su quella faccia tosta che si ritrova e… Beh, anche un bel calcio in certi punti delicati e fondamentali per l’orgoglio maschile non avrebbe guastato affatto!-
-Sì, e mi mettevo a fare certe cose davanti tutti, no? Ma come ti vengono in mente certe cose?-
-Ah, io l’avrei fatto… Figurati se mi facevo problemi per certe cretinate… E poi, ha proprio una bella faccia tosta a coglierti di sorpresa da dietro e baciarti! Sai che non l’ho mai sopportato quel ragazzo… Comunque sia….Ma perché ti sei lasciata baciare? Voglio dire, quanto bacia bene sto ragazzo se non sei proprio riuscita a respingerlo?-
-Ah beh credimi, se la cava eccome!-
-Immagino…- Disse ironicamente
-Ma cosa ne sai, tu…-
-Neanche ci tengo a saperlo, se proprio ti interessa!-
Tra le due calò il silenzio.
-Senti, Amy, io ti voglio bene. Voglio dire, sei la mia migliore amica… Però certi tuoi atteggiamenti proprio non li capisco… Insomma… Io lo dico per il tuo bene… Quello non fa altro che farti soffrire, e io sinceramente non ce la faccio più a vederti ridotta a uno straccio per colpa sua…-
Amy non rispose. Le scappò un singhiozzo, seguito da qualche lacrima.
-Ci tieni veramente tanto a quel ragazzo, eh?
-Sai, ci sono molto legata…-
Sandy sbuffò divertita.
-Vorrei tanto essere come te, Amy.-
-Che vuoi dire, scusa?-
-Beh, mi piacerebbe avere la stessa considerazione che hai te dell’amore… Voglio dire, il fatto che tu sia così legata ad un ragazzo nonostante ti abbia fatto soffrire così tante volte penso che sia un segno di grande maturità… Una maturità che forse io non avrò mai…-
Amy non aveva mai sentito parlare l’amica in quel modo. Le sembrava molto triste.
-Sandy, ma cosa dici…-
-E’ la verità! Ormai l’ho capito… E non sono certo l’unica a pensarlo… E’ ovvio che i ragazzi mi considerano un po’… Beh, diciamo che pensano che io sia una ragazza piuttosto facile.-
Amy non sapeva cosa dirle. Sapeva benissimo che quello che aveva appena detto l’amica era vero, almeno in parte. Lei stessa aveva sentito alcuni loro compagni di classe parlare in quel modo di Sandy.
-Senti, Amy, scusa, ma adesso devo proprio andare, mi sta chiamando mia madre, credo che dobbiamo tornare in albergo.-
-Ok, ci sentiamo allora.-
-Sì, d’accordo, ciao.-
Amy solo in quel momento si rese conto che si era messa a sedere. Si risdraiò sul letto. D’un tratto sentì dei colpi sulla porta che aveva chiuso a chiave.
-Brian, non rompere, stavolta te le fai da solo le equazioni…-
Aprì la porta e si ritrovò a fissare il muro di fronte.
-Ma che diavolo…- Poi si sentì tirare per i pantaloni. Abbassò lo sguardo. Barbie la stava fissando con i suoi grandi occhioni scuri, scodinzolando allegramente.
-Amore… Scusa, non avevo capito che eri te!- Disse prendendola in braccio.
-Sai, pensavo fosse quell’impiastro di mio fratello…-
-E chi sarebbe l’impiastro?- Arrivò la voce dalla stanza accanto.
Amy alzò gli occhi al cielo.
-Dì un po’, ma tu senti solo quando ti fa comodo?- Gli urlò di rimando.
-Su, entriamo, prima che cominci a fare i suoi soliti discorsi idioti sul fatto che lo devo trattare “come un vero uomo”.-
Entrò in camera sua con la cagnolina in braccio e si distese sul letto insieme a lei. Appoggiò la testa sul cuscino con la faccia di Bill. Era così soffice… Barbie si accucciò accanto a lei con il muso appoggiato sulla pancia di Amy, che le accarezzava dolcemente la morbida testolina.
-Sai, Barbie…-
La cagnolina alzò appena il capo e rivolse i suoi grandi occhioni alla padrona, come per farle capire che la stava ascoltando.
-A volte provo un po’ d’invidia per te. Nessuna preoccupazione, nessun problema da risolvere, nessuno che ti mette fretta… Noi povere ragazze a quest’età ne abbiamo anche troppe di preoccupazioni, per quanto mi riguarda. Persino i ragazzi sono messi meglio di noi. Insomma… Guarda mio fratello. Avrà anche un quoziente intellettivo di due, non lo nego, ma almeno lui non ha tutti i problemi che ho io… Anzi… Casomai è il contrario. Quello ogni giorno sta con una diversa. Non si fa assolutamente problemi. Noi ragazze invece… Beh, la verità è che secondo me ci siamo fatte un’idea sbagliata dell’amore. Ci teniamo troppo, ecco.-
Amy sospirò, guardando il soffitto. Si mise a pancia in giù, facendo sussultare Barbie. Cominciò a pensare a Sandy, che tutto ad un tratto era diventata così strana. Poi i suoi pensieri furono rivolti ad Eric, e a tutto ciò che era successo in quella giornata. Dopo un po’ si accorse che stava fissando la faccia di Bill cucita sul suo cuscino. Si voltò. Barbie la guardava con la testa chinata verso destra. Amy le sorrise.
-Dì un po’, ho sempre la faccia da ebete quando guardo questo cuscino, vero?-
Barbie la guardò per un po’, poi abbaiò. Era un sì. Amy le aveva insegnato ad abbaiare una volta quando voleva dire sì e due quando voleva dire no, sin da quando era piccola. Abbracciò forte la sua cagnolina. Barbie le leccò allegramente la guancia, facendo ridere Amy come non rideva da tanto. Era veramente felice quando stava con Barbie, la capiva molto meglio di molte altre sue amiche. Forse anche perché non poteva parlare. Si alzò.
-Dai, ormai sono le cinque e mezzo, e se sto ancora per cinque minuti senza far niente mia madre mi uccide. Andiamo a vedere un po’ che c’è in televisione.- Amy uscì dalla sua camera con Barbie che le scodinzolava allegramente dietro. Prima di andare in salone, si diresse in cucina.
-Ehi, che fai di buono stasera?- Chiese alla madre.
-Volevo fare un po’ di pesce, è più di una settimana che non lo mangiamo… Amy!-
Amy aveva appena preso una fragola dalla macedonia dentro al frigo.
-Quella sarebbe per dopo cena, cara la mia signorinella…-
-Scusa, ma lo sai che a quest’ora mi viene sempre fame!-
-Beh, allora vedi di mangiare qualcos’altro, perché questa non si tocca! E vale anche per te!- Aggiunse quando Brian si avvicinò furtivo al frigo.
-E va bene…- Borbottò lui, e tornò in camera sua.
La madre dei due ragazzi chiuse nuovamente il frigo.
-Allora- Si rivolse poi ad Amy -Domani è il grande giorno!-
-Già, non posso crederci! Se solo ci penso mi sembra tutto un sogno!-
-Ah, sempre la solita esagerata! Non è mica la prima volta che vai ad un concerto dei Tokio Hotel!-
-Sì, peccato che l’altra volta io ci sia andata con papà, e non è che sia stata proprio un’esperienza da ripetere, per quanto mi riguarda…-
-Oh, adesso non fare la polemica…-
-Mamma… Quando Bill ha cominciato a cantare ha urlato “Anvedi che sventola!” davanti a tutti… Penso che se ne sia accorto anche Bill, dato che eravamo in seconda fila. Infatti ha continuato a lanciarci occhiatine per tutto il concerto… Mamma mia che cavolo di figura… Spero che Eric non faccia altrettanto…-
-Non essere così cattiva con tuo padre… Era solo una battuta… E poi… Insomma, Bill sembra decisamente una ragazza, ammettiamolo!-
-Neanche ti rispondo.-
Le voltò le spalle e se ne tornò in camera sua da sola, perché Barbie era andata a riposarsi nella sua cuccia.
Si sedette sul letto e prese tra le braccia il cuscino con la foto do Bill. Lo baciò dove c’era la fronte.
-Non capisco perché tutti continuano a dirti che sembri una donna… Sei così bello…-
Si lasciò cadere sul letto, di fianco. Continuò per un po’ a guardarlo. Lei amava Eric. E lo sapeva. Altrimenti perché l’avrebbe perdonato per l’ennesima volta? “Perché sei una stupida”, le disse una vocina dentro di sé. No, non era così. Solo che a volte le veniva qualche dubbio. Aveva un ragazzo, è vero, ma la maggior parte della volte che vedeva una foto del suo cantante preferito le passava per la mente un’immagine fugace di lui che la baciava. Si portò le mani davanti agli occhi per la stanchezza. No, era solo un’infatuazione momentanea che probabilmente sarebbe passata in fretta. Doveva passare in fretta. Fissò per qualche istante il soffitto, senza vederlo veramente, poi tornò a guardare Bill con occhi sognanti. Lacrime calde le scesero giù per le guance.
-Ma perché la mia vita è così complicata?-
Appoggiò la testa sul cuscino e chiuse gli occhi, le lacrime che ancora la scendevano giù. Era stanca, in tutti i sensi. Sentì che stava per addormentarsi, anche se non erano neanche le sette di sera. Poco le importava. In quel momento non voleva pensare a nulla. E l’unico modo per farlo era addormentarsi. I sogni si dimenticano molto più facilmente della realtà.



Dai che tra un po' arriva il Billo... :shifty:


Edited by .:$ugar:. - 30/10/2008, 14:38
 
Top
Fee1702
view post Posted on 30/10/2008, 21:34




Questa storia mi sta prendendo si si! e poi come hai detto tu: Arriva il Billoooooooooooooooooooooo
 
Top
.:$ugar:.
view post Posted on 30/10/2008, 22:10




Buahaha, sì sì arriva il Billo! ^^
 
Top
valybaby
view post Posted on 1/11/2008, 01:51




l'ho letta tutta adesso e è stra bella^^
e poi scrivi stra bene...

continuaaaa
 
Top
.:$ugar:.
view post Posted on 1/11/2008, 12:24




CITAZIONE (valybaby @ 1/11/2008, 01:51)
l'ho letta tutta adesso e è stra bella^^
e poi scrivi stra bene...

continuaaaa

Dici?
A me più la leggo più sembra scritta male! xD

Posto il cheppy 4.


CAPITOLO 4.

-Amy…su svegliati dai! Mamma mia che sonno pesante! Che c’è, vuoi fare il ghiro?-
La madre di Amy le tirò giù le coperte e tirò su le serrande, in modo che la luce inondasse la stanza.
-Mamma…- Protestò Amy stropicciandosi gli occhi. -Ma che ore sono?-
-Sono le nove e mezzo passate, se proprio ti interessa.-
-Oh.-
Era un po’ frastornata.
-Ma… Ieri io a che ora sono andata a letto di preciso?-
-Beh, quando sono entrata in camera tua alle otto per dirti di venire a cena già stavi dormendo come la Bella Addormentata Nel Bosco… Quindi… Non so di preciso a che ora tu ti sia addormentata, ecco. Però ho preferito non svegliarti. Dopotutto, stasera devi essere riposata!-
-Già…- Solo in quel momento si rese conto che aveva indosso ancora i vestiti del giorno prima. Si alzò di malavoglia, andò in cucina e si versò del caffè caldo nella tazza.
-Un po’ di latte?- Le chiese gentilmente il padre.
-Sì, grazie.-
Amy bevve un po’ di caffellatte e poi addentò un biscotto al cioccolato. Accese il televisore. Girò un po’ per i canali, e alla fine trovò un video dei Tokio Hotel, Spring Nicht. Bill in quel video era proprio bello. Finito il video, tornò in camera sua e si infilò una tuta per stare comoda in casa.
Quella mattina non fece assolutamente niente. Restò sul divano a poltrire comodamente, nonostante i continui rimproveri della madre. L’unica cosa che fece fu un lungo bagno rilassante.
Finalmente all’una finirono di pranzare ed Amy andò a prepararsi per il concerto. Si chiuse a chiave in camera sua. Infilò un paio di jeans blu scoloriti sulle cosce e con qualche strappo qua e là. Ora doveva decidere la magliette da indossare. Era un po’ indecisa. La maglietta a strisce nere e viola faceva impazzire Eric, ma d’altro canto l’arancione era il colore preferito di Bill… E lei aveva giusto un top arancione veramente molto bello che le avevano regalato da poco e che non aveva mai indossato. Decise per il top. Era un po’ scollato, anzi parecchio, ma se certe cose non le indossava ora che aveva diciassette anni, allora quando? Una volta che ebbe messo anche le scarpe da ginnastica, si sedette davanti allo specchio e cominciò a truccarsi. Si fece gli occhi simili a quelli di Bill, con tanto eyeliner e altrettanto rimmell. Stette circa mezz’ora davanti allo specchio per trucchi, collane e cose varie. Ad un certo punto sentì suonare il campanello. Possibile che Eric fosse già arrivato? Guardò l’orologio. Erano le due meno un quarto. Prese una borsa arancione e corse in salotto. Il padre aveva già aperto la porta ad Eric, che si guardava intorno imbarazzato. Come la vide, fece un gran sorriso.
-Ciao Amy.-
-Ciao, Eric. Però, per una volta sei stato puntuale!-
-Già… Allora... Ehm… Vogliamo andare?-
-Certo, un momento che saluto i miei.-
Amy baciò entrambi i genitori sulla guancia e poi uscì di casa insieme ad Eric. Appena si furono chiusi la porta alle spalle, Amy fece per scendere le scale, ma Eric la tirò a sé e la baciò.
-Eric, ma se mia madre apre la porta… Va bene che stiamo insieme, però…-
-Appunto…-
Continuò a baciarla tenendola stretta a sé. Ad un tratto le mise una mano sul sedere.
-Eric!- Si lamentò lei.
-Che c’è?- Le chiese sorridendo.
Amy fece una faccia del tipo “E me lo chiedi pure?”. Eric si mise a ridere e la prese per mano.
-Dai su, scendiamo.- Le disse dolcemente.
Scesero le scale ed entrarono in macchina. Eric accese la radio ed infilò il cd di Samy Deluxe.
-Oh mio Dio no, ti prego! Tutto tranne lui! Lo sai che non lo sopporto!-
-E tu sai benissimo che io non sopporto i tuoi quattro amichetti dalle facce angeliche! Dato che, oltre al concerto, gli dovrò pure stringere la mano, prima fammi sentire un po’ di buona musica!-
-Buona… Oh, lasciamo perdere!-
Arrivarono verso le quattro e venti davanti al luogo del Meet&Greet, dove si sarebbe tenuto anche il concerto. C’erano solo una dozzina di persone fuori dai cancelli.
-Beh…- Cominciò Eric -Dato che dobbiamo aspettare altre tre ore, vediamo di fare amicizia con qualcuno!-
Si sedettero vicino a due ragazze che stavano parlando. Quando li videro avvicinarsi, sorrisero loro e li fecero sedere vicino a loro. A quanto pare, anche loro, come Amy, avevano vinto il Meet&greet limitato ad un numero massimo di dieci persone. Parlarono del più e del meno, e pian piano la piazza davanti ai cancelli si riempì di persone, e tutti parlavano con tutti, compresi Amy ed Eric. Il tempo così passò più in fretta di quanto pensassero. Alle cinque e dieci, degli operatori chiesero a chi aveva il pass per il Meet&Greet di presentarsi lì davanti ai cancelli per farglieli vedere, così li avrebbero fatti entrare. Amy, Eric e le due ragazze si fecero largo tra la folla e fecero vedere i pass agli operatori. Nel giro di cinque minuti, altre sei ragazze si presentarono lì davanti. Fecero entrare tutti e dieci dentro ai cancelli, cosa che richiese un po’ di tempo, perché c’era una folla di almeno sessanta fans che spingevano perché volevano entrare anche loro. Tuttavia, alle cinque e mezzo erano già tutti e dieci dentro. Amy sentì un operatore dire ad un altro che dovevano sbrigarsi perché erano in ritardo. Li accompagnarono dentro all’edificio e poi li fecero entrare in una stanza.
Amy era molto agitata. Aveva in mano il cd dei Tokio Hotel, per l’autografo, come le altre ragazze. Eric era l’unico ragazzo, il che non lo rendeva molto felice, data la faccia che aveva. Amy sorrise alla sua espressione rassegnata.
Ad un tratto Amy sentì dei passi nel corridoio. Erano loro, lo sapeva. Cominciò a sistemarsi i capelli, tutta agitata. Eric la baciò sulla guancia.
-Ehi, stai tranquilla. Sei bellissima.-
Amy fece un sorrisino incerto, e annuì. Poi Gustav e Georg entrarono nella stanza, sorridendo alle loro fans. Una di loro si buttò al collo di Georg, le altre rimasero impietrite a fissarli, sorridendo timidamente. Appena cominciarono a firmare gli autografi, entrò Tom, in tutto il suo splendore. Ad Amy quasi mancò il fiato. Visto di persona, era ancora più bello. Appena entrò, fece un cenno di saluto, poi Amy lo vide sporgere la testa fuori dalla porta.
-Accidenti Bill, sei diventato un bradipo? Muoviti, qui ci sono un sacco di belle ragazze che ci stanno aspettando!-
-Sì, eccomi, un attimo, ma quanto sei ansioso!-
Amy restò impietrita. Bill stava per entrare in quella stanza. Non sapeva cosa avrebbe dato per scappare in quel momento, o per diventare invisibile. Sentiva i passi di Bill avvicinarsi. Quasi non si accorse di Georg e Gustav che le firmavano gli autografi, e lo stesso successe con Tom. Poi Bill fece la sua comparsa. Non sapeva perché, ma Amy quel giorno se possibile lo trovava ancora più bello. Come sempre i suoi capelli erano perfetti, di quel nero lucente con ciocche bionde qua e là. Gli occhi erano stati truccati in modo impeccabile con eyeliner e rimmell. Un paio di jeans a vita bassa con una maglietta nera, accompagnati da bracciali ed accessori vari completavano il tutto. Cominciò a firmare gli autografi, mentre Amy lo fissava. Lei fu l’ultima a cui firmò l’autografo. Quando la vide, assunse un’espressione strana, indecifrabile. Amy lo guardò imbarazzata.
-Ciao, ehm, io s-sono Amy.-
Bill la fissò qualche istante con la stessa espressione vacua, poi sobbalzò.
-Oh, sicuro, certo, ecco.-
Le firmò l’autografo nervosamente.
-Oh, comunque, io sono Bill.- Disse tendendole la mano.
Amy la strinse.
-Sì, lo so chi sei!- Rispose ridendo.
La ragazza sentì Eric sghignazzare dietro di lei, e gli lanciò una gomitata.
-Ma certo, certo che lo sai, scusa, che stupido…-
-Figurati.- Disse Amy sorridendo.
Bill le sorrise a sua volta, imbarazzato. Aveva le guance leggermente rosse.
-Ed io sono Eric.- Il ragazzo allungò la mano verso Bill, che la strinse. -E sono il suo ragazzo.- Aggiunse in tono deciso.
-Oh.- Fece Bill, e il suo sorriso si alleviò un po’. -Bene…-
Amy guardò Eric infastidita. Ma perché doveva sempre fare il geloso non appena un ragazzo le rivolgeva la parola? Cominciava un po’ a stufarsi di quella situazione. Quando Bill si allontanò per parlare anche con le altre ragazze, Eric si buttò su un divano attaccato alla parete, girandosi i pollici e sbuffando annoiato. Tom gli si avvicinò.
-Che c’è? Ti stai annoiando?- Gli disse sedendosi accanto a lui.
Eric lo guardò sorpreso per qualche secondo.
-Beh, non ti offendere, ma non è che voi siate proprio il mio genere musicale preferito. Ho semplicemente accompagnato la mia ragazza, Amy- Disse indicandola.
-Sì, mi sembrava strano. I nostri fan maschi si contano sulle dita. Il che non è che mi dispiaccia più di tanto. Voglio dire… Le ragazze sono molto più carine, no?-
-Già…- Disse Eric sorridendo.
-Comunque… Se non ti piacciamo noi, e la cosa sinceramente non la capisco, di che genere ti interessi?-
-Mah, ascolto un sacco di cose… Principalmente Samy Deluxe, ma mi piacciono anche…-
-Sul serio ti piace Samy Deluxe?-
-Sì, perché?-
-Beh, io ne vado matto…-
-Davvero? Però… Allora non sei scemo come sembri dalle foto!-
I due scoppiarono a ridere come due vecchi amici, e continuarono a scherzare per qualche minuto.
-Senti, perché dopo il concerto non passi nei camerini? Così magari ci facciamo due chiacchiere… Sono sicuro che anche la tua ragazza ne sarebbe più che felice!-
-Va bene, per me non ci sono problemi, anzi…-
-Ok, allora ci si vede dopo, credo che adesso io ed i ragazzi dobbiamo andare. Scusa, vado a salutare le fans…-
Tom si diresse verso il gruppetto di ragazze, che stavano salutando gli altri tre membri del gruppo. Amy diede un bacio sulla guancia a Tom, a Gustav e a Georg. Poi riuscì a darne uno anche a Bill, nonostante le sembrasse che lui cercasse di evitarla, in qualche modo. Quando le sue labbra sfiorarono la sua guancia, lo vide avvampare di botto. Una volta che tutti si furono salutati, il gruppetto fu accompagnato nella sala dove si sarebbe tenuto il concerto.
-Sono le sei passate, tra pochi minuti apriremo i cancelli.- Disse loro uno degli operatori.
-Perciò tanto vale che restiate qui e vi sediate ai vostri rispettivi posti scritti sui biglietti che avete comprato.-
Amy ed Eric si diressero verso la prima fila. Erano più di cinque mesi che Amy teneva da parte i biglietti, dato che era riuscita a trovare i posti migliori. Si sedettero sulle poltrone segnate dai loro biglietti. Eric mise un braccio attorno alle spalle di Amy.
-Sai, ho una sorpresa per te.- Le sussurrò all’orecchio.
-Ah sì, e di che si tratta?- Disse Amy eccitata.
-Sai… Il caro Tom mi ha invitato nei camerini dopo il concerto, sempre che a te non dispiaccia…-
Amy lo fissò per qualche istante a bocca aperta, poi gli buttò le braccia al collo.
-Che cosa? Dici sul serio? Oh Eric grazie, grazie, non ti potrò mai ringraziare abbastanza!-
-Beh, un bacio per me sarebbe più che sufficiente.-
Amy gli si avvicinò ancora di più e lo baciò, cosa che lo rese estremamente felice. Pian piano la sala si riempì di ragazze sovraeccitate. Anche stavolta il tempo passò in fretta, tra una chiacchiera e l’altra con le ragazze ed i pochi ragazzi seduti vicino a loro, e le nove arrivarono in un baleno.
Tutte le luci si spensero, e il boato della folla invase l’enorme sala. Amy si alzò subito in piedi, come quasi tutto il resto dei fans. Un riflettore si accese, e cominciò l’assolo alla chitarra di Tom. Poi ecco entrare in gioco anche Georg e Gustav, con basso e batteria. Non appena iniziarono a suonare, Bill salì sul palco, mille riflettori puntati su di lui. Cominciò a cantare, la folla insieme a lui, ed Amy per la seconda volta vide il suo sogno realizzarsi davanti ai suoi occhi. Poi Bill la guardò sorridendo, e lei ricambiò quel sorriso dolcissimo che le faceva ogni volta che la guardava.

 
Top
valybaby
view post Posted on 1/11/2008, 13:49




ecco che il billo è arrivato XD

stra bello queso capitolo^^
 
Top
.:$ugar:.
view post Posted on 1/11/2008, 16:45




Danke ^^
 
Top
54 replies since 29/10/2008, 18:07   524 views
  Share