CITAZIONE (^^Bella Kaulitz^^ @ 29/10/2008, 21:58)
Che bellina chiaraaaaaaa!!
Mi racomando posta il seguito^^
Sono curiosa^^
Dai che ci diventi una writer anche tu^^
Grazie Giò...
Posto il terzo chappy, spero piaccia!
CAPITOLO 3.Amy ed Eric si stavano dirigendo verso casa della ragazza mano nella mano. Ora che, in un certo senso, tutto era stato chiarito tra i due, erano entrambi più sollevati. Amy sentiva la calda mano di Eric stringere forte la sua. Si domandava se fosse così calda per i 30 gradi che c’erano quel pomeriggio. Stavano camminando nel parco, che era una strada più lunga, ma almeno gli alberi attutivano un po’ i raggi del sole scottante.
Eric si fermò davanti alla fontana in mezzo al parco, guardando la sua immagine riflessa nell’acqua.
-Sai… stavo pensando…- Esordì Eric.
Amy lo guardò. Dalla sua espressione sembrava che stesse per dirle qualcosa di importante.
-Che dici, se mi facessi crescere la frangetta?-
Amy gli rivolse lo sguardo alzando gli occhi al cielo. Eric la guardò serio per qualche secondo, poi scoppiò a ridere.
-Dai, non fare quella faccia, stavo scherzando! E poi, lo so che sono già estremamente bello così come sono! Non ho ragione?-
Amy gli rivolse un sorriso divertito. Aveva assunto quell’espressione ridicola che la faceva sempre morire dal ridere. Gli si avvicinò e gli diede un piccolo bacio sulle labbra.
-Ehi, tutto qui? Non mi merito un bacio un po’ più passionale?-
Amy gli diede uno piccolo schiaffo sulla guancia ridendo insieme a lui.
Ripresero la strada verso casa di Amy tra una chiacchiera e l’altra, parlando del più e del meno. La ragazza si chiese se sarebbe stato meglio non perdonarlo. L’aveva fatta soffrire così tante volte… Ma d’altro canto quando si trovava con lui era contenta, si sentiva bene. Questo non le era mai capitato con nessun altro. Aveva molte amiche con cui confidarsi, certo, ma il punto di vista di un ragazzo è tutta un’altra cosa. Forse anche perché tra un ragazzo ed una ragazza, con il tempo, una semplice amicizia può trasformarsi in qualcosa di molto di più. Del resto, era successo proprio così tra lei ed Eric. Erano rimasti amici per quasi un anno, anche se Amy aveva capito quasi subito di provare qualcosa per Eric. E lo stesso valeva per lui, dato che, tra uno sguardo e un altro, aveva finito col regalarle un dolcissimo bacio sotto la pioggia.
Amy si rese conto solo in quel momento che erano arrivati al portone di casa sua. Salì le scalette.
-Amy…-
-Sì?-
Eric salì a sua volta le scalette e le si avvicinò sorridendo. La strinse forte a sé. Amy si sentì avvampare.
-Grazie. Grazie di tutto. A volte penso di non meritarmela neanche una come te.-
Allentò l’abbraccio e la baciò, ma sempre tenendola ben stretta tra le sue braccia. Poi la lasciò andare e scese le scalette. Arrivato sul marciapiede si voltò a guardare Amy.
-Beh, allora, ti vengo a prendere domani come avevamo deciso, ok?-
Amy lo fissò un attimo, ancora disorientata da tutte quelle attenzioni.
-Domani?-
-Certo, devo accompagnarti al Meet&greet di quegli scemi dei Tokio Hotel, no? E poi dovrò anche sorbirmi il gracchiare di quel finocchio del cantante. Mi stupirei se non mi facessero santo…-
-Ah, ah…. Guarda che non sei per niente simpatico! E poi… ma quante volte dovrò ripeterti che Bill non è gay?-
-Tante, tante, piccola mia, perché non mi stancherò mai di prenderlo in giro!-
-Ma lo sai che sei veramente un cafone?-
-E tu lo sai che quando ti arrabbi diventi ancora più carina?-
Amy lo guardò divertita.
-Piantala scemo! Comunque sappi che domani devi venirmi a prendere alle 2 in punto! Come minimo!- Aggiunse alla sua espressione tra l’esasperato e il disgustato.
-Ma Amy… Il Meet&greet ce l’hai alle cinque e mezza… e ci vuole solo mezz’ora per arrivarci! Che ci stiamo a fare lì tre ore ad aspettare sotto il sole? Senza contare che il concerto comincia alle nove se va bene, quindi ci toccherà stare lì ad aspettare per più di tre ore e….-
Amy gli si avvicinò e gli mise le braccia attorno al collo.
-Senti lo so che tu non li sopporti e che per te è un sacrificio enorme. Ma io ci tengo veramente tanto ad essere lì in tempo…. Ti prego…Vuoi farlo per me?- Gli disse sbattendo le ciglia.
Eric la guardò per qualche secondo, e alla fine cedette.
-D’accordo, ma sappi che non funzionerà all’infinito questo trucchetto…- La guardò per un po’ divertito. -Comunque hai tutta la mia ammirazione. Sei veramente brava a fare la ruffiana.-
Amy scoppiò a ridere. Gli diede un bacio sulla guancia e risalì le scalette. Aprì la porta di casa.
-Allora domani alle due, mi raccomando. E sii puntuale, per una volta!-
-Scherzi? Non potrei mai ritardare, sapendo che devo incontrare dei ragazzi splendidi come i Tokio Hotel!-
Si girò salutandola con la mano e attraversò la strada. Amy lo guardò finché non sparì dalla sua vista, poi entrò in casa.
Salutò o suoi e tentò di fare lo stesso con il fratello, che appena lei si avvicinò si scanzò di botto per evitarsi un bacio sulla guancia.
-Amy…. Quante volte ti dovrò ancora ripetere che io non sono per queste smancerie!-
Amy lo guardò divertita.
-Beh, scusami tanto… Però non mi pare che tu faccia tutte queste storie con le altre ragazze. Mi sembra che ti sia piaciuto baciare quella bella biondina l’altro giorno davanti al bowling… Beh, diciamo che ti è piaciuto anche qualcos’altro, visto dove tenevi le tue belle manine lunghe…-
Brian le si avvicinò con aria minacciosa, almeno secondo lui, dato che Amy, visto il suo metro e ottanta di altezza, non provava la benché minima paura alla vista di un quattordicenne di almeno dieci centimetri più basso di lei che le si avvicinava in quel modo.
-Ti avverto… Non farne parola con la mamma… Quella pensa ancora che io esca la sera per andare a prendere una pizza con i miei amici. Ma, anche se non so come hai fatto, mi sembra che tu abbia capito che preferisco frequentare l’altro sesso.-
-Tu ti senti un po’ troppo uomo per i miei gusti, lo sai?- Gli disse scompigliandogli i capelli, cosa che lo infastidì molto. Poi uscì dalla stanza del fratello per dirigersi nella sua.
Si lasciò cadere sul letto ripensando a tutto ciò che era successo pochi minuti prima con Eric. Era strano, davvero… Quel pomeriggio l’aveva allo stesso tempo odiato ed amato come non mai…
Poi per la seconda volta quel giorno la musica dei Tokio Hotel echeggiò per la stanza di Amy. Prese il cellulare e lesse il nome apparso sullo schermo. Era Sandy. Contenta di risentire la sua migliore amica dopo tanti giorni, rispose con fare allegro.
-Pronto?-
-Hola!
Amy rimase per qualche momento in silenzio.
-Ehm… Sandy, sei tu?-
-No, sono quella della porta accanto… Ma chi vuoi che sia, scusa?!-
-Oh, scusa tanto se sono abituata a sentirti parlare in italiano!-
-Ah, ma quanto siamo pignole!-
-Io sarei pignola?! Ma cosa… Ah, lasciamo stare… Piuttosto dimmi, ti stai divertendo in Messico?-
-Da morire! Mamma mia, non puoi capire quanto sono carini i ragazzi di qui… Accidenti, ne è appena passato uno che…-
-Frena, piccola pazza! Ma non avevi un ragazzo te?-
-Ma chi, Dean? Per favore… Non lo sopportavo più… Voglio dire, è simpatico e tutto il resto ma… Insomma, è troppo geloso! A volte mi faceva diventare matta!-
-Beh, non c’è da stupirsi che fosse geloso, con un tipetto come te! Se vedi due begli addominali accompagnati da un bel sedere tu non ci capisci più niente!-
-Chiamami scema! Comunque ormai è qualche giorno che ci siamo lasciati, perciò ho tutto il diritto di divertirmi un po’, no? E poi scusa… Ma ormai non sei single anche tu? Se vuoi ti do il numero di qualche bel messicano… Mamma mia, guarda quello…-
Amy non le rispose subito. Cosa le avrebbe detto quando avrebbe saputo che lei ed Eric si erano rimessi insieme? Già si immaginava la predica.
-Amy, ci sei?-
-Sì, sì, ci sono, come no…-
-Aspetta un momento… Cos’è questo tono strano? Lo conosco… Lo assumi ogni volta che hai fatto qualcosa che probabilmente mi farebbe arrabbiare…-
-Ma no, cosa dici, non capisco di che cosa tu stia…-
-Oh mio Dio, no… Ti prego, fa che non sia così…-
-Cosa?-
-Ti sei rimessa con Eric, vero?- Disse nella più totale rassegnazione.
Amy non ebbe il coraggio di rispondere.
-Prenderò il tuo silenzio come un sì.-
Silenzio. Ad Amy veniva quasi da ridere per il tono che aveva assunto l’amica. Ma era meglio non farlo, poi chi l’avrebbe sopportata più…
-Allora, quanto ci hai messo stavolta a perdonarlo? Tre giorni? Sarebbe un record…-
-Non sei per niente spiritosa… E comunque ce ne ho messi quattro.-
-Ah, ora sì che mi sento meglio! Amy…ma si può sapere come hai fatto a cascarci un’altra volta?-
-Senti, lo so che qualche volta ha sbagliato, ma…-
-Qualche volta? Qualche volta?!-
-Senti, ma che avrei dovuto fare? Ti giuro, ci siamo visti al bar e io stavo per andarmene, ma quando mi sono alzata mi ha sorpreso da dietro e mi sono ritrovata con le sue labbra sulle mie e… Ci ho provato a resistere, ma lui continuava a spingere con la lingua sulla mia bocca e… Oh Sandy non ce l’ho fatta a respingerlo!-
-Dì un po’, ma la mammina non ti ha insegnato a prendere a schiaffi i ragazzi un po’ troppo insistenti? Dovevi mollargli un bel ceffone su quella faccia tosta che si ritrova e… Beh, anche un bel calcio in certi punti delicati e fondamentali per l’orgoglio maschile non avrebbe guastato affatto!-
-Sì, e mi mettevo a fare certe cose davanti tutti, no? Ma come ti vengono in mente certe cose?-
-Ah, io l’avrei fatto… Figurati se mi facevo problemi per certe cretinate… E poi, ha proprio una bella faccia tosta a coglierti di sorpresa da dietro e baciarti! Sai che non l’ho mai sopportato quel ragazzo… Comunque sia….Ma perché ti sei lasciata baciare? Voglio dire, quanto bacia bene sto ragazzo se non sei proprio riuscita a respingerlo?-
-Ah beh credimi, se la cava eccome!-
-Immagino…- Disse ironicamente
-Ma cosa ne sai, tu…-
-Neanche ci tengo a saperlo, se proprio ti interessa!-
Tra le due calò il silenzio.
-Senti, Amy, io ti voglio bene. Voglio dire, sei la mia migliore amica… Però certi tuoi atteggiamenti proprio non li capisco… Insomma… Io lo dico per il tuo bene… Quello non fa altro che farti soffrire, e io sinceramente non ce la faccio più a vederti ridotta a uno straccio per colpa sua…-
Amy non rispose. Le scappò un singhiozzo, seguito da qualche lacrima.
-Ci tieni veramente tanto a quel ragazzo, eh?
-Sai, ci sono molto legata…-
Sandy sbuffò divertita.
-Vorrei tanto essere come te, Amy.-
-Che vuoi dire, scusa?-
-Beh, mi piacerebbe avere la stessa considerazione che hai te dell’amore… Voglio dire, il fatto che tu sia così legata ad un ragazzo nonostante ti abbia fatto soffrire così tante volte penso che sia un segno di grande maturità… Una maturità che forse io non avrò mai…-
Amy non aveva mai sentito parlare l’amica in quel modo. Le sembrava molto triste.
-Sandy, ma cosa dici…-
-E’ la verità! Ormai l’ho capito… E non sono certo l’unica a pensarlo… E’ ovvio che i ragazzi mi considerano un po’… Beh, diciamo che pensano che io sia una ragazza piuttosto facile.-
Amy non sapeva cosa dirle. Sapeva benissimo che quello che aveva appena detto l’amica era vero, almeno in parte. Lei stessa aveva sentito alcuni loro compagni di classe parlare in quel modo di Sandy.
-Senti, Amy, scusa, ma adesso devo proprio andare, mi sta chiamando mia madre, credo che dobbiamo tornare in albergo.-
-Ok, ci sentiamo allora.-
-Sì, d’accordo, ciao.-
Amy solo in quel momento si rese conto che si era messa a sedere. Si risdraiò sul letto. D’un tratto sentì dei colpi sulla porta che aveva chiuso a chiave.
-Brian, non rompere, stavolta te le fai da solo le equazioni…-
Aprì la porta e si ritrovò a fissare il muro di fronte.
-Ma che diavolo…- Poi si sentì tirare per i pantaloni. Abbassò lo sguardo. Barbie la stava fissando con i suoi grandi occhioni scuri, scodinzolando allegramente.
-Amore… Scusa, non avevo capito che eri te!- Disse prendendola in braccio.
-Sai, pensavo fosse quell’impiastro di mio fratello…-
-E chi sarebbe l’impiastro?- Arrivò la voce dalla stanza accanto.
Amy alzò gli occhi al cielo.
-Dì un po’, ma tu senti solo quando ti fa comodo?- Gli urlò di rimando.
-Su, entriamo, prima che cominci a fare i suoi soliti discorsi idioti sul fatto che lo devo trattare “come un vero uomo”.-
Entrò in camera sua con la cagnolina in braccio e si distese sul letto insieme a lei. Appoggiò la testa sul cuscino con la faccia di Bill. Era così soffice… Barbie si accucciò accanto a lei con il muso appoggiato sulla pancia di Amy, che le accarezzava dolcemente la morbida testolina.
-Sai, Barbie…-
La cagnolina alzò appena il capo e rivolse i suoi grandi occhioni alla padrona, come per farle capire che la stava ascoltando.
-A volte provo un po’ d’invidia per te. Nessuna preoccupazione, nessun problema da risolvere, nessuno che ti mette fretta… Noi povere ragazze a quest’età ne abbiamo anche troppe di preoccupazioni, per quanto mi riguarda. Persino i ragazzi sono messi meglio di noi. Insomma… Guarda mio fratello. Avrà anche un quoziente intellettivo di due, non lo nego, ma almeno lui non ha tutti i problemi che ho io… Anzi… Casomai è il contrario. Quello ogni giorno sta con una diversa. Non si fa assolutamente problemi. Noi ragazze invece… Beh, la verità è che secondo me ci siamo fatte un’idea sbagliata dell’amore. Ci teniamo troppo, ecco.-
Amy sospirò, guardando il soffitto. Si mise a pancia in giù, facendo sussultare Barbie. Cominciò a pensare a Sandy, che tutto ad un tratto era diventata così strana. Poi i suoi pensieri furono rivolti ad Eric, e a tutto ciò che era successo in quella giornata. Dopo un po’ si accorse che stava fissando la faccia di Bill cucita sul suo cuscino. Si voltò. Barbie la guardava con la testa chinata verso destra. Amy le sorrise.
-Dì un po’, ho sempre la faccia da ebete quando guardo questo cuscino, vero?-
Barbie la guardò per un po’, poi abbaiò. Era un sì. Amy le aveva insegnato ad abbaiare una volta quando voleva dire sì e due quando voleva dire no, sin da quando era piccola. Abbracciò forte la sua cagnolina. Barbie le leccò allegramente la guancia, facendo ridere Amy come non rideva da tanto. Era veramente felice quando stava con Barbie, la capiva molto meglio di molte altre sue amiche. Forse anche perché non poteva parlare. Si alzò.
-Dai, ormai sono le cinque e mezzo, e se sto ancora per cinque minuti senza far niente mia madre mi uccide. Andiamo a vedere un po’ che c’è in televisione.- Amy uscì dalla sua camera con Barbie che le scodinzolava allegramente dietro. Prima di andare in salone, si diresse in cucina.
-Ehi, che fai di buono stasera?- Chiese alla madre.
-Volevo fare un po’ di pesce, è più di una settimana che non lo mangiamo… Amy!-
Amy aveva appena preso una fragola dalla macedonia dentro al frigo.
-Quella sarebbe per dopo cena, cara la mia signorinella…-
-Scusa, ma lo sai che a quest’ora mi viene sempre fame!-
-Beh, allora vedi di mangiare qualcos’altro, perché questa non si tocca! E vale anche per te!- Aggiunse quando Brian si avvicinò furtivo al frigo.
-E va bene…- Borbottò lui, e tornò in camera sua.
La madre dei due ragazzi chiuse nuovamente il frigo.
-Allora- Si rivolse poi ad Amy -Domani è il grande giorno!-
-Già, non posso crederci! Se solo ci penso mi sembra tutto un sogno!-
-Ah, sempre la solita esagerata! Non è mica la prima volta che vai ad un concerto dei Tokio Hotel!-
-Sì, peccato che l’altra volta io ci sia andata con papà, e non è che sia stata proprio un’esperienza da ripetere, per quanto mi riguarda…-
-Oh, adesso non fare la polemica…-
-Mamma… Quando Bill ha cominciato a cantare ha urlato “Anvedi che sventola!” davanti a tutti… Penso che se ne sia accorto anche Bill, dato che eravamo in seconda fila. Infatti ha continuato a lanciarci occhiatine per tutto il concerto… Mamma mia che cavolo di figura… Spero che Eric non faccia altrettanto…-
-Non essere così cattiva con tuo padre… Era solo una battuta… E poi… Insomma, Bill sembra decisamente una ragazza, ammettiamolo!-
-Neanche ti rispondo.-
Le voltò le spalle e se ne tornò in camera sua da sola, perché Barbie era andata a riposarsi nella sua cuccia.
Si sedette sul letto e prese tra le braccia il cuscino con la foto do Bill. Lo baciò dove c’era la fronte.
-Non capisco perché tutti continuano a dirti che sembri una donna… Sei così bello…-
Si lasciò cadere sul letto, di fianco. Continuò per un po’ a guardarlo. Lei amava Eric. E lo sapeva. Altrimenti perché l’avrebbe perdonato per l’ennesima volta? “Perché sei una stupida”, le disse una vocina dentro di sé. No, non era così. Solo che a volte le veniva qualche dubbio. Aveva un ragazzo, è vero, ma la maggior parte della volte che vedeva una foto del suo cantante preferito le passava per la mente un’immagine fugace di lui che la baciava. Si portò le mani davanti agli occhi per la stanchezza. No, era solo un’infatuazione momentanea che probabilmente sarebbe passata in fretta. Doveva passare in fretta. Fissò per qualche istante il soffitto, senza vederlo veramente, poi tornò a guardare Bill con occhi sognanti. Lacrime calde le scesero giù per le guance.
-Ma perché la mia vita è così complicata?-
Appoggiò la testa sul cuscino e chiuse gli occhi, le lacrime che ancora la scendevano giù. Era stanca, in tutti i sensi. Sentì che stava per addormentarsi, anche se non erano neanche le sette di sera. Poco le importava. In quel momento non voleva pensare a nulla. E l’unico modo per farlo era addormentarsi. I sogni si dimenticano molto più facilmente della realtà.
Dai che tra un po' arriva il Billo...
Edited by .:$ugar:. - 30/10/2008, 14:38